Villa Godi Malinverni: prima villa del Palladio |
Villa Godi Malinverni appartiene al ricco patrimonio artistico costituito dalle
ville venete palladiane;
Andrea Palladio costruì
la Villa nel 1542; Gianbattista Zelotti, Battista del Moro
e Gualtiero Padovano la ornarono di affreschi. Le ville palladiane del Veneto, tra il 1994 e il 1996, sono state inserite nell'elenco dei Patrimoni dell'umanità dell'UNESCO |
Andrea
Palladio
L'architetto nacque a Padova, da Pietro della Gondola,
mugnaio. Fuggito a Vicenza, cominciò a lavorare
presso la bottega dei Pedemuro, noti tagliapietre
e scalpellini presso la città berica; fu
durante questo suo apprendistato che venne "scoperto"
da Giangiorgio Trissino, importante letterato e
esponente dell'aristocrazia di Terraferma.
Il Trissino affidò al giovane architetto
la ristrutturazione della sua villa a Cricoli, presso
Vicenza e fu lui che lo accompagnò nel suo
primo viaggio a Roma. Grazie alla conoscenza delle
antiche vestigia romane, che potè vedere
non solo a Roma ma anche a Vicenza, Verona e Padova
e al contatto con le opere dei maggiori architetti
di allora - quali Giulio Romano, Michele Sanmicheli,
Sebastiano Serlio e Jacopo Sansovino - maturò
quel suo particolare linguaggio architettonico che
ancora ora possiamo vedere espresso in importanti
ville (villa Almerico detta la Rotonda o villa Barbaro
a Maser, affrescata dal Veronese) ed edifici civili
(la Loggia del Capitaniato e la Basilica di Vicenza)
e religiosi (la chiesa del Redentore e quella di
San Giorgio a Venezia).
"In Lonedo luogo del Vicentino è
la seguente fabbrica del Signor Girolamo de' Godi
posta sopra un colle di bellissima uista, &
a canto un fiume, che serve per Peschiera. Per rendere
questo sito comodo per uso di Villa vi sono stati
fatti cortili, & strade sopra uolti con non
piccola spesa. La fabbrica di mezo è per
l'habitazione del padrone e della famiglia. Le stanze
del padrone hanno il piano loro alto da terra tredici
piedi, e sono in solaro, sopra quelle ui sono i
granari, & nella parte di sotto, cioè
nell'altezza di tredici piediui sono disposte le
cantine, i luoghi da fare i vini, la cucina, &
altri luoghi simili.
La sala giunge con la sua altezza fin sotto il tetto,
&ha due ordini di finestre. Dall'uno e dall'altro
lato ui sono i cortili, & i coperti per le cose
di Villa. E' stata questa fabbrica ornata di pitture
bellissime inventione da Maser Gualtiero Padovano,
da Messer Battista del Moro Veronese, & da Messer
Battista Veneziano; perché questo gentil'huomo,
il quale è giudiciosissimo per renderla a
quella eccellenza & perfezione, che sia possibile;
non ha guardato a spesa alcuna, & ha scelto
i più singolari, & eccellenti Pittori
de' nostri tempi." Citazione di Andrea Palladio tratta
da "I quattro Libri dell'Architettura",
1570 |
L'Architettura
Villa Godi Malinverni è la prima villa realizzata dal Palladio; il committente fu Gerolamo
Godi, il quale la fece costruire per il figlio Antonio. I lavori terminarono nel 1542.
La villa, che si erge sulle pendici del colle di
Lonedo dominando il fiume Astico, ripropone nella
sua architettura alcuni elementi tipici del castello:
la colombaia, quasi come una torretta, permette
di vedere e controllare l'intera pianura; la scalinata
centrale, principale accesso alle sale nobili, ristretta
al solo arco centrale della loggia, richiama il
concetto del ponte levatoio medioevale e quindi
alla necessità di controllare gli ingressi
agli spazi privati della famiglia Godi.
La parte anteriore della villa si presenta arretrata
e affiancata da due corpi sporgenti ad angolo, ribaltando
lo schema della villa a due torri, usuale nel Veneto.
Nel prospetto posteriore è il corpo mediano
(area del salone centrale) che avanza, caratterizzato
da una serliana, realizzata in seguito a restauri
del 1550, al posto dell'originale finestra termale
romana. Nella pianta del corpo centrale si ripropone
il concetto di simmetria, con la realizzazione di
una loggia e salone centrale, come cuore della villa,
e due ambienti laterali composti ciascuno di 4 sale.
Delle due ali laterali, solo quella a sinistra,
a tre arcate, fa parte del progetto originario;
quella a destra, più lunga, aperta da cinque
archi e da altrettante finestre sovrastanti, fu
realizzata alla fine degli anni Settanta del Cinquecento.
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"La Strega" di Annigoni
Pietro Annigoni, pittore italiano soprannominato
"il pittore delle regine" dalla stampa
del tempo. Il suo stile evidenzia l'influenza del
Rinascimento italiano e del Realismo, in contrasto
con gli stili di ritratto propri del Modernismo
e Postmodernismo in auge negli anni della sua attività.
Specializzato in ritrattistica, la sua attività
è nota soprattutto per il ritratto del 1955
di Elisabetta II del Regno Unito (National Portrait
Gallery, Londra), sebbene soggetti frequenti dei
suoi lavori fossero persone disagiate e senza fissa
dimora.
Dal 1929 in poi e in particolare dal 1966 al 1988,
il suo periodo più fecondo, è tutto
un susseguirsi di mostre prestigiose di cui molte
alla Royal Academy di Londra.
Suoi affreschi si trovano nell'Abbazia di Montecassino,
nel Convento di San Marco a Firenze, nella Basilica
di Sant'Antonio a Padova ed in molte altre località;
una delle opere più importanti da lui eseguite
è il ciclo pittorico della Chiesa parrocchiale
di S. Michele Arcangelo a Ponte Buggianese (PT). |
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